Attic Pottery Imports and the Fall of Sybaris: Material Culture and Middle Ground in Late Archaic Oenotria

Ceramica Attica

Le ricerche archeologiche dell’Università di Basilea nel contesto enotrio di Francavilla Marittima (CS) sono entrate nella loro ultima fase, concentrandosi sugli anni di passaggio tra il VI e il V secolo a.C. Infatti, le fonti antiche collocano in questo periodo la fine devastante della città achea di Sibari, conquistata dalla rivale Crotone nel 510 a.C. secondo la tradizione. La scomparsa di Sibari rappresenta anche un forte colpo per il più ampio sistema demografico della regione, in cui per secoli ormai gli interessi della colonia greca si erano saldati a quelli delle comunità indigene locali, attratte nella sfera d’influenza della colonia, con cui si instaura un dialogo attivo e circolare che ridefinisce pratiche e usi di singoli e comunità, sfumando le differenze tra categorie a priori come “Greci” e “Indigeni”.

Questa complessa situazione viene riletta alla luce dei più recenti rinvenimenti delle campagne di scavo all’interno della necropoli di Macchiabate, dipendente dal secolare sito enotrio di Francavilla Marittima sul Timpone Motta. Nella necropoli, infatti, sono osservabili corredi di una comunità che precede la fondazione di Sibari, poi convive con essa in una relazione strettissima, per arrivare poi alla fine della polis greca. Diversamente dall’idea derivante dalla storiografia classica, tuttavia, sembrerebbe che la vita nell’insediamento indigeno sia proseguita anche oltre la tradizionale data della caduta di Sibari, lasciando immaginare che la Sibaritide abbia superato il momento di crisi con una nuova fisionomia sociale, culturale, politica ed economica.

Guida di questa riflessione è l’inedita presenza di ceramica attica all’interno delle tombe di fine VI secolo a.C. della necropoli di Macchiabate. Questo tipo di importazione non è sconosciuto da altri contesti del sito di Francavilla Marittima o della stessa Sibari nel corso del VI secolo a.C., ma mai prima d’oggi era stata segnalata all’interno della cultura materiale dei corredi indigeni della necropoli. Inoltre, il materiale attico in esame si data precisamente agli anni in cui Sibari cade, suggerendo come la comunità enotria del Timpone fosse ancora vitale immediatamente dopo il venir meno di Sibari e, anzi, in grado di continuare ad importare ceramica da Atene, un ruolo che in precedenza sarebbe stato assolto dalla ricca Sibari, da cui le comunità dell’Enotria interna avrebbero attinto i beni circolanti nel network commerciale mediterraneo. Nelle prossime fasi del progetto, quindi, la ceramica attica di Macchiabate sarà letta e interpretata su più livelli. Da una parte, la sua presenza aggiorna i rapporti indigeni già esistenti da secoli con la cultura greca, specialmente per quel che riguarda il rituale funerario. Si potrà quindi meglio mettere a fuoco quali furono le dinamiche di scambio e influenza tra Enotri e colonia greca, ma un altro filone d’indagine potrà essere condotto anche al di fuori del singolo sito. A seguito di un censimento della ceramica attica all’interno del bacino economico e politico di Sibari (Campania meridionale, Basilicata e Calabria) si intende verificare l’esistenza di costanti o differenza nelle modalità di ricezione delle produzioni attiche tardo-arcaiche in Magna Grecia, tanto nel comparto italico quanto in quello coloniale, per cercare di comprendere se il caso di Macchiabate potesse rientrare in un più ampio distretto di pratiche sovraregionali, magari influenzato da correnti commerciali comuni, o se invece si sia di fronte ad un più composito mosaico di pratiche radicate nelle tradizioni specifiche di ogni sito.

MA Niccolò Savaresi
Assistant / PhD candidate
Philosophisch-Historische Fakultät
Departement Altertumswissenschaften
Fachbereich Klassische Archäologie

Assistant / PhD candidate

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Schweiz

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